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21.07.2020
| Tempo di lettura: 4 min

Firma elettronica e digitale: prospettive internazionali

21 Luglio 2020

Qual è la validità della firma elettronica fuori dall’Italia?

I sistemi di firma elettronica sono utili soprattutto quando si stipulano contratti e accordi a distanza. Ecco quali sono le norme che regolano la validità della firma elettronica fuori dalla UE.

“Ma se metto la firma dal computer, il contratto è valido comunque?”.
L’esigenza di digitalizzare la contrattualistica si sta diffondendo in modo sempre più capillare, e per questo sempre più utenti si confrontano con sistemi di firma elettronica e digitale. E poiché la tecnologia, almeno in Italia*, viene guardata ancora con diffidenza, chi si trova ad usare una procedura di firma digitale per la prima volta ed è sempre stato abituato a firmare “di proprio pugno”, quasi sicuramente si è posto almeno una volta questa domanda.

Lasciando a questo articolo l’approfondimento della normativa italiana che regola le varie tipologie di firma (digitale, elettronica semplice, avanzata o qualificata), i dubbi sulla validità della firma digitale si possono allargare a quelli di chi regolarmente stipula contratti e accordi con i paesi lontani, in un un’economia sempre più internazionale e globalizzata.

La normativa europea e il caso della Gran Bretagna

Per quanto riguarda i paesi appartenenti all’Unione Europea, la validità delle firme elettroniche a livello comunitario è regolata da eIDAS, Electronic Identification and Trust Services Regulation, conosciuto anche come “Regolamento (UE) eIDAS N. 910/2014. Il regolamento eIDAS, entrato in vigore a settembre 2014, si applica obbligatoriamente a tutti gli stati membri dell’UE dal 2018, ed è nato proprio con l’intento di creare un mercato digitale unico. Sulla validità delle firme elettroniche in altri paesi europei, quindi, sicurezza totale.

E il Regno Unito? Con l’ufficializzazione della Brexit, il Regno Unito non è più uno stato membro dell’UE, e per questo non è sottoposto alla normativa eIDAS. La terra dei lord tuttavia, prima di lasciare definitivamente l’Europa, si è dotata di un regolamento molto vicino a quello eIDAS: anche dopo la Brexit le firme elettroniche emesse secondo il regolamento eIDAS vengono accettate e sono valide nel Regno Unito.

La firma elettronica fuori dalla CE

Ma il mondo non finisce con l’Europa, anzi. Come viene percepita la validità della firma elettronica a livello internazionale, dove la possibilità di siglare contratti e accordi a distanza trova la sua massima utilità?
La risposta è quasi ovvia: ogni nazione al di fuori della CE ha regolamenti a se stanti, e il numero di paesi che si dota di una regolamentazione per la firma elettronica cresce di anno in anno. Il consiglio, dunque, è quello di tenere presente la normativa del paese con cui si va ad operare ed eventualmente integrare la validità della firma con delle Certification Authorities locali.

Sul tema dell’internazionalizzazione, Intesa ha una soluzione di firma integrata con DocuSign, già utilizzabile in 180 paesi e che supporta 43 diverse lingue per facilitarne il suo utilizzo a livello internazionale. È possibile inoltre scegliere se utilizzare piattaforme di firma che siano erogate o disponibili in Europa, Asia o USA a seconda dell’esigenza di gestione dei dati personali.
Intesa, essendo membro dell’Adobe Approved Trust List, permette di firmare documenti in tutto il mondo utilizzando gli standard Adobe.

* Fonte: La Repubblica, La fiducia (a metà) degli italiani nella tecnologia

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