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12.07.2022
| Tempo di lettura: 5 min

Perché prepararsi alla fatturazione elettronica internazionale (ed europea)

12 Luglio 2022

In Italia la fatturazione elettronica B2b è ormai consolidata. Ma cosa sta succedendo all’estero?

L’obbligo di fatturazione elettronica si sta estendendo oltreconfine. Come adeguarsi?

In questo articolo scoprirai:

Nel 2019, l’obbligatorietà della fatturazione elettronica nel B2b ha dato uno “shock digitale” alle imprese. Oggi, nel 2022, è un processo a cui le aziende si sono completamente adattate e che sta coinvolgendo anche le categorie che ne sono state esenti fino ad ora, come le partite iva a regime forfettario.

Il percorso della fatturazione elettronica B2b sembra però non essere finito: l’Italia infatti non sarà l’unico Paese ad avere questo obbligo, e anche l’UE sembra guardare con interesse a questa innovazione.

Nei i prossimi anni quindi le aziende che commerciano con l’estero dovranno sicuramente tenere in considerazione ciò che succede oltreconfine. Ecco perché.

Perché alcuni paesi europei la renderanno obbligatoria

Ebbene sì, presto l’Italia non sarà l’unica nazione a richiedere obbligatoriamente la fatturazione elettronica B2g e B2b: l’obbligo scatterà presto anche in Polonia e Belgio, dove è previsto nel 2023, mentre la Francia procederà per fasi dal 2024 e nel 2025 toccherà alla Lettonia. La Germania, intanto, ha già introdotto un Electronic Reporting System, seppur non ancora obbligatorio, e la Spagna ha già approvato una legge di obbligatorietà.

Molti paesi stanno quindi realizzando l’importanza della fatturazione elettronica per il controllo dell’evasione fiscale, ma naturalmente ogni stato avrà la facoltà e la libertà di decidere quale tipo di infrastruttura tecnologica adottare. Per chi commercia con l’estero, stare al passo con questi aggiornamenti sarà una bella sfida.

Perché anche l’UE sta valutando una regolamentazione

Dell’avvicinamento di molti paesi all’obbligatorietà della fatturazione elettronica si è accorta anche l’UE, il cui obiettivo è, naturalmente, facilitare l’interoperabilità tra stati ma soprattutto creare un Mercato Digitale Europeo, su cui si sta lavorando anche, ad esempio, attraverso la revisione del regolamento eIDAS.

A febbraio 2022 il Parlamento europeo ha invitato la Commissione a istituire una norma comune per la fatturazione elettronica armonizzata a tutta l’Unione e a valutare la possibilità di rendere la fatturazione elettronica obbligatoria in tutta l’UE entro il 2023. Un altro punto d’attenzione per chi si occupa di commercio internazionale.

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Per migliorare l’interoperabilità e l’acquisizione dei dati

Uno dei principali vantaggi della digitalizzazione del ciclo dell’ordine, oltre alla lotta all’evasione, è poter ottenere una grande quantità di dati digitalizzati in modo standard e coerente da cui ricavare importanti informazioni per il business. Implementando una soluzione per gestire le fatture elettroniche anche da e verso l’estero, i dati riguardanti gli scambi transfrontalieri non andranno perduti e potranno rientrare negli strumenti di business intelligence.

Inoltre, la possibilità di gestire la fatturazione elettronica anche con clienti e fornitori situati in tutto il mondo – senza problemi o difficoltà dati dall’alfabeto o dal fuso orario – migliora e semplifica la relazione con i partner e offre molte opportunità di ampliare il business.

Intesa, grazie alla collaborazione con Pagero, supporta le aziende italiane non solo per lo scambio di fatture elettroniche ma anche per l’onboarding e l’integrazione dei sistemi con i partner all’estero.

Perché è stato abolito l’esterometro

L’esterometro, lo sappiamo, era uno strumento tutto italiano, necessario a dare visibilità all’Agenzia delle Entrate delle transazioni avvenute con l’estero. Oggi invece è richiesta l’emissione di una fattura elettronica anche per queste operazioni. Preparandosi a gestire le fatture elettroniche da e verso l’estero, anche la trasmissione a SdI e all’Agenzia delle Entrate potrà essere automatizzata.

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