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31.03.2025
| Tempo di lettura: 9 min

Fatturazione elettronica europea: cos’è e quando entrerà in vigore

31 Marzo 2025

L’UE verso l’obbligo di notifica delle operazioni B2b transfrontaliere

Fatturazione elettronica europea

Dal 2030 sarà obbligatorio notificare le transazioni B2b intra-EU. Per gli stati membri è iniziata la “corsa all’adeguamento” e le aziende italiane che commerciano con l’UE dovranno prestare attenzione alle vicende normative dei paesi in cui risiedono i partner commerciali.

In questo articolo scoprirai:

La fatturazione elettronica europea sempre più vicina. Nessuna dichiarazione “ad alta voce” da parte della Commissione, ma negli ultimi anni sono state apportate alcune revisioni e modifiche agli attuali regolamenti che sembrano preparare il terreno all’obbligo di fatturazione elettronica B2b all’interno dell’UE. Un’operazione di questa portata, d’altra parte, richiede tempo, e sono necessari alcuni step preliminari non solo per la definizione delle specifiche tecniche, ma anche per l’adeguamento della normativa IVA.

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Che cos’è la fatturazione elettronica europea

Una vera e propria “fatturazione elettronica europea”, dunque, al momento non esiste.

Tuttavia, l’8 dicembre 2022 è stata emanata la proposta di direttiva ViDA (VAT in the Digital Age), ovvero una revisione del regolamento IVA (VAT Directive 2006/ 112/ EC) a livello europeo che contiene importanti novità per la notifica delle operazioni transfrontaliere, tra cui l’introduzione di un sistema di notificazione obbligatoria per gli stati membri che faciliterà la creazione del mercato digitale unico e l’interoperabilità tra stati.

Che cos’è la direttiva ViDA

La normativa VAT Directive 2006/ 112/ EC, infatti, ha compiuto 18 anni nel 2024, e un suo aggiornamento era atteso e auspicato da tempo per renderla più aderente alle innovazioni intercorse in questi anni (si pensi all’avvento degli e-commerce, alla Brexit…).

Ma a “convincere” l’UE sulla necessità di aggiornare le procedure di notifica sono stati gli ultimi dati sull’evasione fiscale nelle operazioni commerciali transfrontaliere, che quantificano la perdita in circa 61 miliardi di euro all’anno, circa 2000€ di evasione al secondo (Dati Osservatorio Digital B2b). Per combattere il fenomeno e semplificare il monitoraggio, l’UE sembra quindi essersi decisa a uniformare e digitalizzare i processi di transazione. Grazie alla riforma del regolamento VAT, si stima un recupero dell’IVA sul territorio europeo di circa 11 miliardi l’anno.*

Come si è detto, la direttiva ViDA contiene importanti modifiche per le operazioni transfrontaliere, tra cui:

1- L’introduzione di un sistema di notificazione obbligatoria Digital Reporting Requirements (DDR) entro il 2030, ovvero l’obbligo per gli stati membri di notificare i dati sulle operazioni transfrontaliere. Tale obbligatorietà di trasmissione entrerà in vigore solo per le transazioni B2b interne all’UE, mentre rimarrà opzionale per quelle nazionali.

2- L’eliminazione, a partire dal 2025 e per tutti gli stati membri, della clausola che prevede che i clienti debbano preventivamente accettare di ricevere una fattura in formato elettronico e non cartaceo.

3- L’eliminazione dell’art. 232 della VAT Directive, che al momento obbliga gli stati membri a richiedere una deroga per rendere la fatturazione elettronica obbligatoria nel B2b e nel B2c. La sua eliminazione renderà più semplice per i paesi introdurre questa obbligatorietà, senza dover prima chiedere autorizzazione all’Unione Europea, e la fatturazione elettronica potrà essere considerata la modalità da adottare “di default” rispetto a quella cartacea.

Quando entrerà in vigore la fatturazione elettronica europea e la roadmap di ViDA

L’introduzione di un obbligo a livello comunitario richiede tempo, poiché è indispensabile dare tempo a tutti gli stati membri di adeguarsi.

A che punto siamo? Nel corso del 2023, dopo i pareri positivi del Garante europeo della protezione dei dati e del Comitato economico sociale europeo, la proposta di direttiva è stata inviata al Parlamento Europeo che ha proposto 251 emendamenti. Nel 2024 la proposta è stata poi sottoposta al vaglio dell’ECOFIN (l’ente che raggruppa i ministri delle finanze dei diversi paesi) che l’ha approvata all’unanimità.

L’11 marzo 2025 il Consiglio dell’Unione Europea ha quindi finalmente approvato la Direttiva ViDA, pubblicandola in Gazzetta ufficiale il 25 marzo con entrata in vigore dal 14 aprile 2025.

Il percorso verso un obbligo generalizzato di fatturazione elettronica per le transazioni intra-comunitarie è però ancora lungo e traguarda il 2030. L’armonizzazione dei sistemi nazionali (sia DRR sia FE) è invece attesa per il 2035.

Direttiva ViDA: cosa cambia dal 14 aprile 2025

A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la prima data da tenere a mente è imminente. Già dal 14 aprile infatti entrano in vigore importanti modifiche, mentre le altre modifiche alla ViDA entreranno in vigore gradualmente.

Cosa cambia dal 14 aprile? Per l’Italia, sostanzialmente poco: già da tempo infatti il nostro paese ha istituito la fatturazione elettronica obbligatoria. Ad essere più impattati saranno invece gli Stati Membri che devono ancora istituirne l’obbligatorietà all’interno dei confini nazionali:

  1. Gli stati membri potranno imporre l’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica – che dovranno rispettare gli standard tecnologici UE – senza richiedere preventiva autorizzazione.
  2. L’emissione delle fatture elettroniche non sarà più soggetta all’accordo del cliente, quindi le imprese dovranno essere pronte ad accettarle nel caso in cui uno Stato membro introduca un regime nazionale.

Come prepararsi alla fatturazione elettronica europea

Per quanto concerne l’Italia e le fatturazioni nazionali, fino al 2030 non dovrebbero esserci impatti sostanziali, poiché il Sistema di Interscambio è già in grado di elaborare le fatture elettroniche conformi agli standard europei.

Tuttavia è già iniziata la “corsa all’adeguamento” da parte degli stati membri che ancora non hanno introdotto l’obbligo per la fatturazione elettronica B2b, e le aziende italiane che commerciano con altri paesi UE dovranno sforzarsi di seguire le vicende normative dei paesi in cui risiedono i partner commerciali. La Germania ha già introdotto importanti novità dal 2025, e, tra il 2026 e il 2028, sarà seguita da Belgio, Francia, Polonia e Spagna.

La partnership tra Pagero e Intesa: pensiamo a tutto noi

Per supportare le aziende italiane e i clienti nei prossimi anni di adeguamenti e superare le barriere linguistiche e di fuso orario nello scambio di fatture elettroniche a livello internazionale, Intesa ha stretto una partnership con Pagero, business network globale.

L’international e-invoicing platform permette di gestire l’attivazione della fatturazione elettronica dei vari paesi secondo le roadmap definite dalle normative locali, dando vita a uno smart business network che assicura costantemente la compliance in ambito e-invoicing (fatturazione elettronica) e di LTA (Long Term Archiving, ovvero conservazione a norma), indipendentemente dal settore di appartenenza e dall’area geografica.

Scarica il paper per richiedere informazioni.

 

* European Commission, Questions and Answers: VAT in the Digital Age

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