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14.07.2023
| Tempo di lettura: 6 min

Digital B2b, la crescita continua

14 Luglio 2023

Cosa dicono i risultati del rapporto annuale dell’Osservatorio Digital B2b del Politecnico di Milano

La digitalizzazione dei processi B2b in Italia cresce costantemente ma lentamente a causa della forte disomogeneità delle imprese per dotazioni tecnologiche, i diversi standard di filiera e gli investimenti ancora limitati. Ma in alcuni ambiti la crescita c’è. Ecco quali.

In questo articolo scoprirai:

Per descrivere l’andamento del mercato Digital B2b nel 2022 in lingua inglese si potrebbe usare l’espressione “slowly but steadily”. La digitalizzazione dei processi B2b in Italia cresce infatti “costantemente, regolarmente” ma “lentamente” a causa della forte disomogeneità delle imprese per dotazioni tecnologiche, i diversi standard di filiera e gli investimenti ancora limitati su questi progetti, che ancora non riescono ad configurarsi come un quadro strategico e omogeneo di digitalizzazione dei processi. Allo stesso tempo l’immobilità della normativa, sostanzialmente rimasta invariata dopo l’obbligo di fatturazione elettronica del 2018, non incentiva l’innovazione digitale delle aziende. Ma in alcuni ambiti la crescita c’è. Ecco quali.

L’EDI cresce, ma c’è ancora molto potenziale da sfruttare

Nel 2022, per esempio, cresce ancora il numero di aziende connesse tramite EDI, con 23.700 unità (+13% rispetto al 2022), e 134 milioni di documenti scambiati. Un miglioramento del dato per il secondo anno di fila – trainato principalmente dalle grandi aziende del settore Automotive – ma ancora lontano dal suo effettivo potenziale. Il tessuto industriale italiano conta infatti circa 215.000 aziende.

Trend interessante si evince anche dall’analisi della tipologia di documenti scambiati: la maggior parte (60%) è ancora composta da semplici ordini e fatture, ma cresce l’incidenza anche di altri documenti del ciclo dell’ordine, come l’avviso di spedizione, a causa della permanente incertezza sulla data di consegna.

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DDT: obbligo o non obbligo?

E a proposito di consegna, il lavoro dell’Osservatorio quest’anno si è concentrato in particolare sull’analisi della digitalizzazione dei processi di consegna, in particolare dei Documenti Di Trasporto (DDT), ovvero i documenti commerciali che “seguono” la merce durante il trasporto e certificano il trasferimento dal venditore a chi ha comprato la merce.

Se la “prima parte” dei documenti del ciclo dell’ordine (ordini e fatture) è da tempo a un buon livello e diffusione di digitalizzazione, infatti, non si può affermare lo stesso per la fase di trasporto e consegna: ad oggi solo il 34% delle imprese emette i Documenti Di Trasporto digitali, nonostante molte ne riconoscano gli eventuali benefici. Per digitalizzare questa fase dell’ordine B2b, infatti, è necessario un forte allineamento di standard e procedure, che coinvolgono attori diversi, e attenzione alla relazione con i trasportatori e i partner di business. In questo contesto l’intervento “dall’alto” di una normativa generalizzata con obbligo di trasmissione elettronica dei DDT, come è stato per la fatturazione elettronica, potrebbe supportare le aziende nella semplificazione delle attività. I tempi sembrano essere maturi.

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Firma elettronica e conservazione, tocca alle PMI

La firma elettronica e i software per la gestione documentale e la conservazione a norma sono dei servizi basilari per la digitalizzazione dei processi interni, il cui utilizzo è diffuso nel 60% delle imprese per la firma elettronica, con oltre 29 milioni di certificati di firma rilasciati, e nel 53% per la conservazione. Secondo l’Osservatorio, un risultato non ancora sufficiente: il divario maggiore si registra nell’adozione di queste tecnologie tra le grandi imprese e le PMI (in media -24%). Nonostante la normativa sia consolidata da tempo, è quindi necessario continuare le attività di informazione riguardo a questi strumenti allo scopo di trasformare innanzitutto la cultura aziendale.

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L’attesa della Fatturazione Elettronica Europea

Infine, l’attenzione del convegno si sposta verso una delle novità più attese: l’introduzione dell’obbligo di notifica delle transazioni intra-EU, denominato anche “Fatturazione Elettronica Europea”, previsto per il 2028 dalla revisione della normativa europea sull’IVA, conosciuta anche come direttiva VAT in The Digital Age. Seppure siano sempre di più i Paesi che, internamente, hanno avviato le attività per implementare architetture digitali per la notifica delle transazioni, la Fatturazione Elettronica Europea è una novità che inevitabilmente andrà ad incidere anche su quei paesi che conoscono questo strumento da tempo come l’Italia. Secondo la proposta, infatti, i paesi che hanno già avviato un obbligo generalizzato potranno mantenere l’architettura esistente, ma dovranno garantire l’interoperabilità con gli altri sistemi.

L’introduzione della Fatturazione Elettronica Europea indubbiamente porterà dei benefici alla riduzione dell’evasione fiscale, ma per l’Italia sarà importante arrivare a una soluzione che non vanifichi gli investimenti fatti fino ad ora, mantenendo il ruolo del Sistema di Interscambio.

Leggi anche: Fatturazione elettronica europea: cos’è e quando entrerà in vigore

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