Identità digitale: spettatori o protagonisti?
Cosa è emerso dall’ultimo Convegno degli Osservatori Digital Identity
Con l’identità digitale che assume un ruolo sempre più strategico, il contesto nazionale e le aziende si trovano davanti ad una scelta cruciale: essere spettatori passivi o protagonisti attivi di una rivoluzione che sta ridisegnando il futuro.
In questo articolo scoprirai:
L’Europa si trova di fronte a una sfida cruciale: colmare il divario economico e tecnologico rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina. Mentre le Big Tech statunitensi dominano il mercato globale con un valore complessivo superiore al 60% del PIL americano, l’Unione Europea sconta anni di ritardi strutturali e di scarsa integrazione tra i 27 Stati membri. È in questo contesto che l’Identità Digitale Europea emerge come un tassello chiave, non solo per accelerare la digitalizzazione e rafforzare la competitività economica e politica dell’UE, ma anche come un simbolo di coesione in un mercato unico ancora frammentato, come evidenziato durante l’ultimo convegno dell’Osservatorio Digital Identity. Tuttavia, il cammino è stato ed è lungo e complesso a causa di approcci nazionali divergenti e dalla tardiva reazione europea a una digitalizzazione sempre più pervasiva. In questo scenario, l’Italia affronta sfide peculiari, dovendo integrare due sistemi paralleli – SPID e CIE – per allinearsi ai requisiti del nuovo regolamento eIDAS 2.0.
Con scadenze stringenti all’orizzonte – l’approvazione normativa entro il 2025 e l’operatività del Wallet europeo entro il 2026 – la vera domanda è: saremo protagonisti del cambiamento o semplici spettatori di un’opportunità che non possiamo permetterci di perdere?
Un’evoluzione globale tra iniziative pubbliche e private
Il 2024 ha costituito un anno miliare per l’identità digitale, segnando un momento cruciale di trasformazione grazie all’entrata in vigore del regolamento eIDAS 2.0 e all’introduzione di strumenti come l’EUDI Wallet. Questi cambiamenti stanno ridefinendo il modo in cui governi, aziende e utenti gestiscono e utilizzano l’identità digitale.
L’Osservatorio ha raccolto evidenze di una trasformazione verso i modelli di wallet in pieno corso, con 149 progetti attivi a livello mondiale. Di questi, 114 sono privati e 31 pubblici i (un numero che è triplicato rispetto all’anno precedente), evidenziando una forte spinta sia da parte di governi che di aziende private. Ad accelerare l’adozione dei wallet in Europa sono soprattutto i consorzi comunitari e le sperimentazioni su casi d’uso specifici, come pagamenti digitali e mobilità.
A livello globale, invece, le Big Tech giocano un ruolo chiave, collaborando con i governi per integrare i wallet nei sistemi esistenti.
In Italia, l’IT Wallet rappresenta un primo passo concreto in questa direzione, ma restano aperte questioni legate all’interoperabilità e alla definizione di modelli di business per i provider privati.
Il ruolo di SPID e CIE
SPID e CIE continuano ad essere le due colonne portanti dell’identità digitale nel nostro paese. Con 38,9 milioni di utenti, SPID è uno degli strumenti più diffusi, sebbene il suo utilizzo abbia raggiunto un plateau, con una media di 29 accessi annui per utente. La CIE, invece, è in crescita, con 48,2 milioni di utenti e una media di 11 accessi annui.
Con l’introduzione dell’IT Wallet, che si integra perfettamente con SPID e CIE, l’Italia compie un passo importante verso una gestione centralizzata e più fluida dell’identità digitale. L’IT Wallet non si limita a conservare i documenti, ma li integra in un unico portafoglio digitale, semplificando l’accesso a servizi pubblici e privati. Questa integrazione rappresenta un’opportunità unica per armonizzare l’identità digitale e ampliare il suo utilizzo, rispondendo così anche agli obiettivi del PNRR tra cui i 42,3 milioni di identità digital entro il 2026.
Implicazioni del Wallet per aziende e utenti
L’introduzione del Digital Identity Wallet promette di ridefinire i ruoli delle aziende e di trasformare i processi di riconoscimento, spingendoli verso nuovi livelli di efficienza, sicurezza e centralità strategica. Le aziende possono posizionarsi in ruoli chiave in questo ecosistema emergente:
- Verifier di credenziali, abilitando l’accesso ai servizi tramite il wallet.
- Issuer di credenziali, offrendo attributi digitali utilizzabili anche da terze parti.
- Wallet provider, sviluppando soluzioni personalizzate basate su asset tecnologici e competenze in UX per sviluppare e gestire soluzioni di identità digitale.
Questi ruoli si inseriscono in un contesto in cui la digital identity sta diventando un elemento distintivo. La pressione normativa spinge verso una maggiore attenzione alla sicurezza dei processi di identificazione, passando da vincoli limitati a obblighi stringenti che riguardano tutti i processi aziendali. Infatti, grazie al Digital Identity Wallet, le aziende possono beneficiare di dati certificati e verificati, riducendo significativamente il rischio di frodi e semplificando la conformità alle normative. Inoltre, il Wallet garantisce agli utenti il controllo sulla gestione dei dati condivisi, rafforzando la trasparenza e la fiducia nei confronti dei servizi offerti.
Con un modello a due fattori che comprende da una parte la gestione dei dati identificativi e dall’altra la centralità della digital identity nella strategia aziendale, il wallet non sarà solo uno strumento tecnologico, ma un driver per ripensare il posizionamento strategico delle aziende.
Il punto di vista di Intesa: verso un’esperienza utente integrata
Il Wallet europeo segna una svolta epocale per utenti e aziende, trasformando non solo i processi di identificazione digitale ma anche l’esperienza utente e i modelli operativi. Come ha sottolineato Marco Broggio, Chief Solutions Officer di Intesa: “Il Wallet europeo introduce un’esperienza unificata e standardizzata, riducendo i tempi di identificazione da minuti a pochi secondi, con dati certificati e una maggiore trasparenza. Questo significa semplicità, rapidità e un abbattimento significativo dei costi di conversione per le aziende.”
Oltre a gestire identità e pagamenti, il Wallet diventerà una piattaforma versatile, in grado di integrare attributi complessi, come idoneità finanziaria, certificazioni professionali e organizzazione di viaggi.
In questo scenario, Intesa si posiziona come protagonista della rivoluzione dell’identità digitale, lavorando per migliorare l’esperienza utente attraverso soluzioni innovative e sicure. L’obiettivo è costruire un ecosistema digitale che non solo soddisfi gli obblighi normativi, ma che diventi anche un valore aggiunto per aziende e cittadini.