What’s New: Artificial Intelligence
L’Artificial Intelligence raccontata da Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano.
“What’s new” è la nuova rubrica di audio-articoli di Intesa che spiega semplicemente le tecnologie digitali mettendo a disposizione la vera voce degli esperti. Cosa sono? Quali applicazioni potranno avere in futuro? Come le vivremo nella vita di tutti i giorni?
In questa puntata:
L’Artificial Intelligence è probabilmente la tecnologia digitale più romanticizzata. Le sono stati “dedicati” film e libri di vario genere e fa parte dell’immaginario fantascientifico da sempre. È una tecnologia che affascina e attrae, ma da un lato anche spaventa. Giustamente, perché – come vedremo – porta con sé aspetti etici importanti.
In questo nuovo audio-articolo ci racconta l’Artificial Intelligence Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano.
Che cos’è l’artificial intelligence?
L’ “Artificial Intelligence”, racconta Piva, in realtà è una “branca” della Computer Science e per questo esiste da molto più tempo di quanto si possa pensare. Si tratta infatti di una tecnologia composta da hardware e software il cui compito è quello di “replicare” alcune capacità tipicamente umane, e che quindi esiste da circa 70 anni, ovvero da quando sono nati i primi computer. In fondo, sono stati inventati proprio per questo: effettuare calcoli anche complessi al posto degli umani.
Oggi però l’Artificial Intelligence ha raggiunto livelli e risultati strabilianti, ed è per questo che se ne parla molto. La sua caratteristica principale, infatti, è quella di riuscire a perseguire degli scopi (ben definiti) e prendere decisioni in maniera autonoma.
Per cosa si usa l’Artificial Intelligence oggi
Ma dove e come viene usata l’Artificial Intelligence oggi? In moltissimi casi questa tecnologia trova applicazione all’interno dei processi aziendali e di gestione dei dati, ma è molto presente anche nella quotidianità di tutti noi, anche se spesso non ne siamo consapevoli. Per esempio si basano sull’AI i suggerimenti sulle scelte d’acquisto online, ma anche alcuni strumenti di programmazione presenti nelle auto più moderne (la guida assistita) o negli elettrodomestici.
Insomma l’Artificial Intelligence è presente nelle nostre vite molto più di quanto si possa pensare o immaginare. Ma quando applicata in contesti ben più ampi e complessi dell’auto o delle smart home, è e rimane uno strumento complesso e che ha delle implicazioni etiche. Al punto che l’Unione Europea sta lavorando a una regolamentazione.
Le implicazioni etiche dell’AI
La regolamentazione dell’utilizzo dell’Artificial Intelligence è un lavoro complesso, che deve tenere in considerazione moltissimi aspetti. Piva sottolinea infatti un importante elemento spesso nascosto ai “non esperti”: è vero che l’Artificial Intelligence è in grado di prendere decisioni in modo autonomo e di apprendere dai propri errori, ma si tratta comunque di tecnologie che si basano su dati immessi e controllati dagli uomini. La qualità e la natura dei dati immessi è quindi fondamentale per il corretto ed equilibrato funzionamento dell’AI, ed è inoltre un fattore strettamente legato a quello della “spiegabilità” (in inglese explainability) dei risultati forniti, poiché alcune tecniche di programmazione non permettono di ricostruire con precisione le motivazioni per cui viene presentato un risultato.
Da tenere in considerazione, inoltre, è il delicato equilibrio tra il controllo della tecnologia e le opportunità offerte dall’innovazione.
Il delicato equilibrio dell’AI
Anche nel percorso di regolamentazione è dunque necessario rispettare un certo equilibrio. Se, come si è detto, è fondamentale imporre delle regole su come può essere utilizzata l’AI, in quali ambiti e in quali scopi, rimane comunque altrettanto importante dare alle aziende, al business europei la libertà di sperimentare nuove soluzioni che utilizzano l’AI per non limitare le possibilità di crescita di queste aziende e mantenere la competitività con i paesi extra-UE.
L’Artificial Intelligence nel futuro
Cosa ci permetterà di fare l’AI nel futuro? A giudicare da quanto è stato fatto fino ad ora, c’è ancora molto da scoprire e sperimentare sulle potenzialità di questa tecnologia. Secondo Piva, le applicazioni più interessanti si troveranno per l’inclusività delle disabilità, nell’assistenza domiciliare, nella sanità, ma anche nell’ambito dell’arte e della creatività.
In conclusione, per quanto complessa e lontana possa sembrare l’Artificial Intelligence, tutto dipende da come se ne sfruttano le potenzialità. Proprio come ogni tecnologia.