Digital B2b, dalla linearità all’ecosistema
Tecnologie e rapporti di business sempre più aperti, ma mancano ancora le capacità di l’integrazione dei dati
Le soluzioni tecnologiche e le nuove modalità di relazione con il cliente stanno portando ad uno spostamento di paradigma da una logica cliente-fornitore a una di ecosistema, moltiplicando le opportunità di collaborazione
In questo articolo scoprirai:
Nessuna svolta o punto di rottura, ma interessanti tendenze all’orizzonte.
L’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica nel 2019 e la spinta della pandemia sono stati due veri e propri momenti di svolta nella digitalizzazione del commercio B2b. Ora la trasformazione digitale in questo ambito sembra essere tornata a ritmi più timidi e di “lungo periodo”. Lo confermano anche gli investimenti delle aziende, analizzati dal Report 2022 dell’Osservatorio Digital B2b: solo il 17% delle imprese dichiara di investire tra il 2 e il 5% del proprio fatturato nella gestione elettronica documentale, e quasi il 30% non ha in programma investimenti specifici.
Tuttavia tra le tendenze più interessanti rilevate dall’Osservatorio, c’è quella di uno spostamento di paradigma da una logica lineare cliente-fornitore a una di “ecosistema”, reso possibile dalle novità nell’utilizzo delle soluzioni tecnologiche adottate e dalle nuove modalità di relazione con il cliente.
Le tecnologie, infatti, sono sempre più in grado di mettere in relazione tutte le realtà che fanno parte del commercio B2b attraverso piattaforme aperte (marketplace e siti proprietari), mentre la relazione con il cliente si evolve da un semplice rapporto commerciale a una relazione di scambio di informazioni strategiche. E anche il percorso della fatturazione elettronica non è terminato.
Tanti dati, ma poca integrazione
C’è però una mancanza che accomuna i due “motori” di questo cambiamento di paradigma: la capacità di mettere in relazione e integrare i dati raccolti.
A livello tecnologico, infatti, aumentano le aziende che adottano tecnologia EDI (+5% dal 2020) anche per scambiare ordini, conferme d’ordine e avvisi di spedizione, così come aumentano i marketplace B2b, ma solo il 14% delle aziende afferma di avere una piena integrazione tecnologica e un perfetto allineamento dei dati, potenzialmente abilitata da piattaforme specifiche. I dati digitalizzati e gli strumenti per raccoglierli ci sono, ma non vengono messi in relazione o sfruttati appieno.
Una difficoltà che si ripresenta anche nella gestione del cliente business. Sebbene infatti i rapporti tra partner commerciali B2b si siano spostando da semplici rapporti “transazionali” a scambi di informazioni strategiche, solo 1 azienda su 2 afferma di riuscire a integrare e mettere a sistema le informazioni “anagrafiche” con quelle più destrutturate o di possedere progettualità di customer experience B2b data-driven.
Prospettive europee della fatturazione elettronica
Ora che l’obbligo in Italia è ormai ben avviato, si guarda all’Europa: alcuni importanti Paesi della CE, infatti, si stanno organizzando per imporre l’obbligo (in Francia è previsto per il 2024), o hanno già iniziato a costruirne l’infrastruttura tecnologica (è il caso dell’Electronic Report System in Germania). Alla luce di questi avvicinamenti, anche al parlamento UE si sta valutando l’ipotesi di un obbligo generalizzato nell’Unione.
A seguito di alcune indagini, gli Osservatori hanno ipotizzato un modello Europeo per lo scambio di fatture elettroniche a livello internazionale, che non andasse però a penalizzare gli sforzi e gli investimenti fatti dall’Italia negli scorsi anni e che tenesse in considerazione il già esistente network PEPPOL.
Il risultato è stato un modello ibrido che coniuga i benefici della lotta all’evasione fiscale e dell’interoperabilità tra gli stati membri. Nella proposta dell’Osservatorio, il fornitore italiano trasmette la fattura al provider PEPPOL nazionale che, dopo la trasmissione a SdI e i dovuti controlli da parte dell’AgE, lo inoltrerà al provider PEPPOL estero, al quale spetterà infine il compito di trasmetterlo al cliente. Ogni Stato membro, quindi, avrà comunque la facoltà di scegliere quale struttura adottare internamente.
Ancora molto su cui lavorare, quindi. Ma il percorso della digitalizzazione della fatturazione elettronica sembra non essere finito.